World of Warcraft

Warning: linguaggio nerd pesante, si sconsiglia la lettura alle persone sane di testa

Di rapporti complicati con i videogiochi ne ho avuti tanti, ma nessuno è paragonabile a quello con World of Warcraft, nessuno.
Avevo ampiamente giocato a Diablo, Diablo 2, Warcraft 3, Starcraft (grazie Marco!) ecc.
ma WoW (da ora in poi) è stata un’altra storia.
Tutto ebbe inizio, come sempre, per caso.
A scuola si vociferava di un certo mmorpg (massively multiplayer online role playing game) che avrebbe aperto il mondo di Warcraft a milioni di giocatori in server online, con la possibilità di scegliere due fazioni e le relative razze e classi...

…il mio lato nerd cagò arcobaleni.

Ma ero totalmente ignorante sul genere, anche perché fino ad allora avevo giocato giochi di ruolo sullo stile classico come Dungeons&Dragons, Kotor, Neverwinter Nights e così via dove principalmente era enfatizzato il gioco offline, il giocatore singolo.
Quindi il salto era notevole: io, me stesso, medesimo, con il mio alter ego, potevo testare sul campo le abilità acquisite con i giochi di ruolo classici in un universo pulsante, dinamico, in continuo mutamento, medioevale e con altri personaggi comandati da altre persone..

Acciderbolina ho già detto che il mio lato nerd cagò arcobaleni.

Non era possibile, tutto troppo perfetto, doveva esserci qualcosa che minasse quella idilliaca perfezione, doveva essere presente l’inghippo, ed infatti per poter accedere a quella cosa meravigliosa era richiesto il pagamento di un abbonamento di 12,99 euro mensili.

Luci spente, sipario, arrivederci.

Nel 2004 un brufoloso sacco di Berto spendeva già 10 euro mensili per la rivista Giochi per il mio computer, con DVD allegato, per me era impensabile potermi permettere tale lusso, 22,99 euro al mese erano oltre il mio budget.

Che palle.

……

“Berto!!!1!!1centoundici11!! ho grandi news! Possiamo giocare tutti a WoW su server non ufficiali!, gratis! Senza nessun abbonamento, tutti insieme, insieme tutti! No soldi, madaffacca gogogogo111111!“

Si è così. LA FELICITA’
ero ignaro, totalmente ignaro che da li a poco sarebbe cominciata un epoca, qualcosa sarebbe per sempre cambiato. Per sempre.

La faccio meno drammatica (non ci riesco): avevo la possibilità di vivere un’avventura completamente nuova e mai uguale, ero eccitatissimo, e quindi la schermata del log in mi si presentò in tutto il suo splendore con la musica penetrante ed il Dark Portal che mi reclamava a gran voce. L'
avventura comincia sui server non ufficiali, da buon coglione, ed il mio primo personaggio fu un Elfo della Notte guerriero, Alleanza.
E la domanda sorge spontanea: cosa cambia da un server ufficiale a quello non a pagamento? beh, risponderei molto semplicemente (ai tempi) con tutto, ma per essere precisi e nel mio caso, specifici, visto che avevo scelto una classe melee (mischia) tra il mio personaggio ed un mostro X non esisteva la distanza di attacco, che io fossi a 500 km o a 5 cm, se non mi mettevo in una posizione precisa il mio personaggio non attaccava, inoltre la risposta ai comandi era penosa, con latenze che andavano dal secondo ai 3 e per questi giochi sono numeri importanti che a lungo andare minavano la giocabilità in modo pesante. E non ho citato i milioni di bug e abilità che non andavano affatto.
Nonostante tutto questo è proprio grazie a tale periodo che ho scoperto il lato profondo di WoW, le gilde, la progressione e la sfida il tutto condito da un atmosfera e storia senza eguali. Dovevo giocare seriamente, infatti dopo un tempo comunque lungo abbandonai quello stile di gioco per cominciare la vera e propria avventura nei server ufficiali.
Orco Guerriero, Tank, nuovo di zecca. Orda. (Successivamente Tauren).
Mi ero fatto le ossa, sapevo come muovermi, adesso funzionava tutto. 

Sacchetto in spalla e via la scalata per il livello 60: ho esplorato ogni posto e fatto ogni missione, accendevo un fuoco per ristorarmi sotto un albero e ripartivo, leggevo ogni cosa e cercavo di capire la storia del luogo, era MERAVIGLIOSO.
Mi univo in spedizioni da 5 giocatori per affrontare dungeon più o meno complicati, completando le relative missioni e migliorando il mio personaggio con equipaggiamenti sempre più potenti.
Poi arrivò il level cap e con esso la prima gilda ed il primo raid da 40 persone. 40 madaffacca!
qui è duro spiegare, veramente duro.
Molten Core, Blackwing Lair, Zul Gurub ed infine AQ20 e 40, Naxxramas, con le relative pre missioni, questi sono i nomi in ordine delle spedizioni più belle ad oggi a cui io abbia mai preso parte. Aldilà della cooperazione con 40 personaggi che combattevano insieme contro il nemico comune, era la Lore, la storia che permeava quei luoghi di puro stupore e magia.

Non scorderò mai la prima volta che vidi Ragnaros. Mai.
Prepararsi per la battaglia serale con pozioni, cibi con altri gildani era una cosa talmente piacevole che il tempo volava, nonostante abbia avuto diatribe, ho stretto amicizie, ho rosicato, ho esultato, ho passato delle ore bellissime.

Ho imprecato insieme ad altre persone per le latenze del mercoledì, giorno di reset e ho riso con quelle stesse persone di gusto. Ci sono stati addii poi ricongiunzioni ed ho ritagliato un posticino pieno di calore nella mia vita per questo titolo.

Tuttora sono nostalgico di quello che era World of Warcraft, con quello stile grafico accattivante e di quel mondo fantasy creato in perfetto stile Blizzard, ma più di tutti mi manca la difficoltà con cui il gioco ti premiava, mi manca la sfida e la meraviglia, mi manca una storyline raccontata con le missioni e non con cinematiche, mi manca esplorare.
Mi mancano un insieme di cose che non esistono più oggi e non mi soffermerò a parlarne, non voglio sporcare questo ricordo che ho di WoW.
Dico solo che ad oggi, ho riscoperto il piacere del tasto pausa, senza aver ripensamenti.
Non lo nego, ogni tanto una partita ad uscita espansione me la faccio, perché qualcosa è rimasto, il mio personaggione, amici di gilda, quest nuove da fare...però sono soltanto mosso da curiosità e ho la consapevolezza di non voler giocare più di tanto.
Ormai per me WoW ha fatto il suo tempo.

O no?





           


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