Mezza Vita

Molto spesso si fa fatica a descrivere le sensazioni che possono trasmetterti alcuni videogiochi.
è come descrivere un libro. ma che senso ha?
ti passo il nome del titolo e ne riparliamo quando lo hai letto.
quindi leggilo.
quindi giocalo.
Ma a differenza del libro, il videogioco incappa qualche volta nell'imprevisto temporale.
Se è vero che un libro non ha tempo ed è possibile leggerlo sempre, la stessa cosa non si può dire per certi videogiochi, o forse mi sbaglio?
Farvi giocare oggi half-life (anche se ve lo consiglio con il cuore) risulta difficile e per alcuni forse noioso, ormai siamo abituati alla grafica super pompata, agli eventi in quick time, ai dialoghi ed infine ai filmatoni in computer grafica che ti spiegano storia e caratterizzazione dei personaggi, per questo dico che forse per goderne a pieno il titolo andava giocato ai tempi, cosa che spesso mi da amarezza.
Ciao, mi chiamo Andrea e sono una persona sensiBBBile, quando racconto di half-life divento noioso perché cerco di esprimere quelle sensazioni che si possono sentire solo quando lo si gioca e con le parole non rende per niente.
ma ma ma ma ma ma fermi tutti.

il gioco esce nel 1998.

ambientato nella struttura di ricerca sotterranea Black Mesa, siamo chiamati ad impersonificare uno scienziato, tale Gordon Freeman. (tenete presente il cognome)

E' mattino ed è fantastico come il gioco voglia riprodurti in modo talmente realistico (e ci riesce alla grande nonostante l'epoca) la tipica giornata di lavoro di un ricercatore: la voce dell'annunciatrice radiofonica del centro di ricerca che ci illustra il piano di lavoro, le guardie che ci salutano, il tutto condito da un microsistema vivo che vediamo attraverso i vetri del vagone sulla monorotaia che ci porta a lavoro.
Un momento accogliente, sicuro, dove possiamo osservare tutto ciò che ci circonda con sicurezza.
I suoni stessi sono perfetti: la camminata su una grata in un corridoio, i passi sulla pietra, i pulsanti..

Ero testimone di qualcosa di diverso, qualcosa che stava cambiando il mondo stesso dei videogiochi, ma non ne ero consapevole, giocavo ad half-life nella mia cameretta ignorando Playstation e altri aggeggi (recuperati poi dopo ovvio, non ci facciamo mancare niente). Può sembrare che io ingrandisca quello che dico per il mio amore verso questo gioco, ma non è così, Valve (la casa che ha sviluppato il gioco) stava scrivendo il futuro delle comunity, dove le persone potevano creare le proprie modifiche ai giochi, con successi planetari come Counter Strike e Red Orchestra, il videogiocatore poteva diventare protagonista, abbandonando i canoni chiusi tra sviluppatore e consumatore. Venivano difatto infrante le barriere.
half-life, insieme a Quake e Doom sono stati i pionieri delle comunità di gaming odierne, che con l'avanzare della diffusione di internet hanno dato vita a competizioni a livello globale e sopratutto di confronti e scambio di idee ed opinioni.

Non voglio mettermi qui e scrivere minuziosamente la trama di mezza vita, non avrebbe senso, come ho scritto prima, ( ma se vi ho incuriosito recuperatelo!)  vorrei solo sottolineare alcune cose che si sono insinuate nella mia pelle.
Lo sviluppo interiore di una persona è difficile da catalogare, spesso accadono eventi che ci cambiano profondamente, leggiamo un libro o più semplicemente prendiamo coscienza di qualcosa, come la meraviglia di quando riusciamo per la prima volta a risolvere un esercizio di matematica.
Io, che sono scemotto, ho acquisito, giocando ad half-life, il senso critico delle cose, cercare di capire con le mie idee, senza omologazioni cosa fosse davvero la realtà, sia essa fatta di persone che di cose. Ed infine il concetto di inettitudine che mi verrà spiegato poi da Pirandello alle scuole superiori, vedere, come fa il nostro Gordon, le vite altrui vivere nel flusso vitale e noi fuori che osserviamo, incapaci di agire.

come?

eh, sono sensiBBBile.
Vi basti pensare questo, quando andavo alle elementari (e ripeto elementari) in un gioco, tale Doom, dove tutti quelli della mia età si divertivano a sbudellare demoni a suon di colpi per sport, a me prendeva male pensare al perché quei demoni fossero sulla terra e volessero uccidere tutti.. ed osservando il cielo (IL CIELO) di alcuni scenari potevo immaginarmi la gente che soffriva e mosso da questa sensazione crivellavo pure io di colpi i poveri malcapitati mostri per poter far finire quel massacro... eh vabè, compatitemi.

Ma prima, vi introduco un personaggio (antagonista?) di half-life, tale G-Man, uomo abbastanza inquietante vestito in giacca e cravatta con una valigetta in mano. Lo vedremo apparire per tutto il gioco nei luoghi più impensabili come se ci aprisse la strada, come se il nostro cammino fosse già segnato. Alla fine degli eventi ce lo ritroviamo davanti a noi sul vagone della monorotaia all'inizio del gioco ma stavolta non vedremo la stazione di ricerca attraverso i vetri, ma bensì mondi alieni e universi infiniti che corrono a velocità folle;
e come se non stesse accadendo niente ci elogia con una voce sibilante per il lavoro svolto, un ottimo lavoro ed era certo del nostro successo, inoltre, ce ne offre un altro che per forza dobbiamo accettare.. pena la morte.
detto questo,

Gordon Freeman --> free - man --> uomo libero
Half-Life --> mezza vita

Inoltre il nostro personaggio non parla mai, ma forse questa è una scelta dello sviluppatore per farci immedesimare ancora di più, facendo in modo che siamo noi con la nostra testa a scegliere senza che una riga di dialogo preimpostata parli per noi.
Che cosa curiosa, il nostro caro amico G-Man ci mette in stasi, in attesa del nostro prossimo incarico.. ma nella nostra mente rimbomba ancora la voce dell'ultimo boss di half-life che ci sussura mentre lo combattiamo: "suoi servi... siamo tutti suoi servi... non saprai mai la verità.." e tutto diventa scuro.

E' stato come avere la folgorazione di cui parlavo prima, il concetto di libero arbitrio, la nostra mezza vita ed il fatto che siamo veramente o no uomini liberi mi elettrizzò il cervello, ed ero solo un pischello che andava alle medie (non che le cose siano migliorate)..
tante, molte cose sono poi state una conseguenza di ciò che avevo appreso giocando ad Half-Life e posso solo ringraziarlo per questo.
Forse questa facoltà nuova di capire o anche solo sentire e percepire certe cose quando leggevo un racconto a scuola, farmi mille viaggi mentali per capirne il significato, usare il mio spirito critico per smascherare cose ci fosse dietro alla storia dei personaggi di un racconto a caso mi alienava spesso dalla realtà e mi eccitava allo stesso tempo, magari mentre tornavo a casa ripensavo, anche solo per un attimo a cosa avevamo letto in classe e mi piaceva capire i collegamenti tra le realtà dei vari personaggi e le loro trame che avevano in quel mondo. poi tornavo a giocare con i pokèmon e se ero a casa, ovviamente ad Half-Life.
Non sono speciale ne un genio, magari, ognuno di noi ha avuto la sua folgorazione, alcuni anche prima di me e con cose ancora più profonde e toccanti, ma diventare consapevoli di tutto ciò attraverso un videogioco per me è stato fantastico, la mia passione mi stava dando qualcosa.

Crescevo con ciò che mi piaceva e per fortuna, accade anche adesso.

Poi il 16 novembre 2004 esce half-life 2 e niente, la frase ha già di per se un fare conclusivo e compiuto.

storia di un Nerd qualunque se vogliamo fare i generalisti.


Commenti